Antonio Stoppani e il Seminario di Milano: tra fossili, libri e documenti

Quest’anno Antonio Stoppani – prete ambrosiano, scienziato lombardo e padre della geologia italiana – compie duecento anni. Nasce infatti a Lecco nel 1824, diventa sacerdote nell’anno delle Cinque giornate di Milano (1848) e ottiene la cattedra universitaria a Pavia, a Milano (nel futuro Politecnico) e a Firenze. Scienziato più che brillante, è uno dei primi a descrivere le caratteristiche geologiche e paleontologiche del territorio, soprattutto lombardo. Crea il primo manuale di geologia per i suoi studenti, ma soprattutto cerca di rendere popolare lo studio delle scienze naturali attraverso pubblicazioni, conferenze aperte alla popolazione e libri che descrivono le bellezze dell’Italia.

In occasione, quindi, dell’importante ricorrenza, il Seminario Arcivescovile di Milano ha realizzato una mostra tematica a lui dedicata, che ne approfondisce vita, pensiero e opere, intitolata Antonio Stoppani e il Seminario di Milano: tra fossili, libri e documenti.

In occasione della Festa del Seminario, l’esposizione sarà inaugurata in Sala Schuster da S.E. Mons. Mario Delpini: fossili, libri e documenti costituiranno il cuore della mostra liberamente visitabile il 1° maggio. Ci sarà inoltre la possibilità di prenotarsi per ulteriori visite, in alcune giornate del mese di maggio, previa iscrizione obbligatoria da effettuarsi tramite il link seguente: https://bibliotecaseminariomilano.it/temi-opere-personaggi/antonio-stoppani-prete-scienziato-e-padre-della-geologia-italiana/.

Ma quali sono i rapporti che Stoppani ha avuto con il Seminario? Quali memorie ci ha lasciato della sua vita e del suo operato?

Per prima cosa le tracce della sua formazione (1835-1848). Per diventare presbitero Stoppani passa gli anni giovanili studiando presso le varie sedi ottocentesche del Seminario: per gli anni di ginnasio, prima in quella di Castello (Lc) e poi in quella di San Pietro Martire a Seveso e per gli anni di liceo in quella di Monza. Infine, per i quattro anni teologici necessari per ottenere il presbiterato, a Milano presso il Seminario maggiore in Porta Venezia. Ma i rapporti con il Seminario non si limitano al periodo studentesco: poco dopo la sua ordinazione Stoppani è assunto come insegnante nel Seminario di Seveso e qui rimarrà fino al 1853.

Le tracce del suo percorso le ritroviamo nei documenti dell’Archivio storico del Seminario, ma non solo: anche nella Biblioteca «Cardinale Carlo Maria Martini» del Seminario è ancora viva la sua memoria, dato che qui sono conservati molti libri e articoli che ha scritto, alcuni addirittura con delle dediche autografe e che quindi testimoniano che sono appartenuti a lui.

E poi ovviamente ci sono i suoi fossili conservati presso il Museo del Seminario. Forte della sua grande passione per le scienze naturali e segnalato già negli anni scolastici come referente del “Gabinetto di fisica”, nel corso della sua vita ha gradualmente donato i suoi reperti paleontologici ad alcuni enti scientifici, compreso il suo ex liceo di Monza. Quella che andava formandosi era una vera e propria collezione che – seguendo la storia e le vicende dell’ente che la conservava – si è spostata a Venegono Inferiore negli anni ’30 del Novecento, andando a impreziosire il resto del corpus paleontologico e geologico del Museo del Seminario. Tanto era notevole la sua collezione che nel 1952 il Museo del Seminario verrà intitolato proprio a lui, Antonio Stoppani.

Il Seminario, quindi, conserva molte tracce della vita del celebre scienziato; ed è stata la sinergia e la collaborazione tra Museo, Biblioteca e Archivio storico a dar vita al progetto e all’idea di fondo di questa mostra e alla sua realizzazione.

Infatti, quello che si potrà osservare alla mostra sarà una accurata selezione degli oggetti di Stoppani che sono rimasti a Venegono, ovvero libri, documenti e reperti paleontologici e geologici. A corredare il percorso espositivo, saranno presenti alcuni cartelloni che ripercorreranno i punti salienti della sua vita e il percorso di realizzazione delle sue opere. Dalla partecipazione alle fasi cruciali del nostro Risorgimento, all’esperienza scientifica sul campo e come docente universitario, arrivando anche a trattare delle altre opere che lo hanno reso celebre alla popolazione: in primisIl bel Paese”, saggio così iconico da coniare l’espressione ancora usatissima per indicare l’Italia e che diverrà anche il nome di un noto formaggio.

La divulgazione è stato un concetto chiave nel pensiero di Antonio Stoppani e, seguendo questo suo nobile modello, il Seminario auspica che in questa preziosa occasione si possa riscoprire un po’ della sua storia, valorizzando le tracce che ci ha lasciato.

Vi aspettiamo numerosi!

Mauro Locatelli

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