Il Samurai / Shusaku Endo

Giappone, inizio XVII secolo. Nel porto di Tsukinoura un galeone è pronto a salpare.

A bordo del San Juan Baptista, costruito appositamente per raggiungere la Nueva España, il Messico, e da lì attraversare un altro oceano per arrivare in Europa, un missionario francescano ed un samurai stanno per intraprendere un lungo viaggio, consapevoli che determinerà il loro destino, un viaggio di mesi, anni, nel quale speranze e ambizioni personali si intrecciano a strategie politiche più complesse.

Hasekura Rokuemon, con un seguito di servitori e di mercanti, è uno dei quattro samurai inviati dal potente nobile Ishida per un’ambasciata presso il Re di Spagna e il Papa: il successo dell’incarico, ossia l’apertura di rapporti commerciali in cambio della garanzia di tolleranza per l’attività missionaria, alimenterebbe nel samurai la speranza di tornare in possesso delle terre confiscate alla sua famiglia. Velasco, Padre francescano che la persecuzione dei cristiani ha relegato al ruolo di interprete di corte, accompagna la delegazione: la prospettiva di un nuovo impulso nell’evangelizzazione di quel popolo – sopravanzando l’opera dei Gesuiti, per lui responsabili di errori di valutazione e della conseguente ostilità – rafforza la sua ambizione, pari ad una fede ardente, alla nomina di Vescovo del Giappone.

Velasco, nelle diverse tappe del viaggio, si dimostra più fedele al suo mai sopito zelo missionario che al ruolo di interprete:

«A Città del Messico i mercanti giapponesi si convertirono al cristianesimo, e non per convinzione. Lo fecero per interesse. Ma io lo accettai. Perché credo che chi ha pronunciato il nome del Signore, anche una volta sola, diventerà infine Suo schiavo». Una voce risuonò alle orecchie di Velasco. “Che stai cercando di fare ora? Battezzare per un tuo tornaconto uomini che non credono nel Signore è un atto empio e sacrilego. È indice di arroganza”.

Non sarà l’unica domanda nella coscienza del francescano.

Nei monasteri in cui la delegazione viene ospitata, l’immagine di un uomo emaciato – inchiodato ad una croce con la testa reclinata e le braccia spalancate – incuriosisce, ma al tempo stesso interpella Hasekura ed i suoi compagni:

“Io… io non ho alcun desiderio di adorarti” mormorò, quasi con tono di scusa. “Non riesco nemmeno a capire perché gli stranieri ti rispettino. Dicono che sei morto addossandoti i peccati dell’umanità, ma non mi sembra che, con questo, la nostra vita sia diventata più facile. Conosco la vita misera che conducono i contadini della palude. Con la tua morte non è cambiato proprio nulla”.

Non sarà l’ultima risposta nel cuore del samurai.

Un percorso spirituale nel panorama del Giappone del 1600 e degli equilibri politici del colonialismo in Estremo Oriente, tratteggiato da Shusaku Endo (1923-1996) e ispirato a vicende storicamente documentate, disponibile in Biblioteca.

Giuseppe Franzini

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